E.M.D.R è l’acronimo di “eye movement desensitization and reprocessing”, ossia la desensibilizzazione e la rielaborazione di un evento traumatico attraverso specifici movimenti oculari.
Una tecnica molto interessante che permette, attraverso il movimento bilaterale degli occhi, di far comunicare, direttamente, i due emisferi cerebrali, destro e sinistro.
Iniziamo con il sottolineare che non tutti i traumi sono uguali. Esistono, in realtà, due tipi di traumi psicologici:
Entrambi le tipologie, possono provocare seri disturbi alla persona, oppure risolversi in maniera spontanea.
Il nostro organismo è per natura dotato di un sistema che permette di elaborare lo stress in modo spontaneo, per cui trasforma ciò che risulta negativo in positivo.
Talvolta, però, questo meccanismo si inceppa e l’evento traumatico, legato al ricordo disturbante, resta bloccato, anche per anni, nella rete neuronale “non sana”, senza essere mai, effettivamente, elaborato.
Grazie alla tecnica EMDR, il paziente recupera proprio questo tipo di pensieri, che generano dolore e malessere, li elabora in modo costruttivo e li trasforma in pensieri funzionali.
L'EMDR è una terapia individuale che può essere eseguita per un totale di 12 sessioni. Le sessioni possono essere svolte anche in giorni consecutivi.
Alcune persone manifestano un senso di maggiore benessere, già a partire dalla terza seduta.
La risposta è: assolutamente NO!
Lo specialista, per poter praticare tale tecnica terapeutica, deve aver seguito un percorso di formazione, riconosciuto a livello nazionale, correlato da una serie di aggiornamenti continui.
Per poter affrontare determinati traumi ci vuole esperienza, ma soprattutto organizzazione e competenza.
Si accede al corso, solo dopo aver conseguito la laurea in Psicologia e la specializzazione in Psicoterapia.
Seguendo il corso di EMDR è possibile diventare, praticante, formatore e anche supervisore, in base al livello di conseguimento dell’attestato.
È bene che i pazienti controllino, sempre, la validità degli attestati, prima di sottoporsi a qualsiasi tipo di trattamento.
L’EMDR fu scoperto da una psicologa statunitense, F. Shapiro, nel 1987.
La dottoressa, mentre passeggiava nel parco, notò che i suoi occhi, muovendosi velocemente da destra a sinistra e viceversa, riducevano notevolmente il livello di stress legato ad alcuni suoi ricordi dolorosi.
Partendo da quest’osservazione, effettuò ulteriori ricerche e, nel 1989, rese noti tutti i risultati positivi, ottenuti esaminando gli effetti ottenuti dalla sperimentazione della tecnica su alcuni pazienti.
Dal 1995 l’EMDR è stato riconosciuto come metodo terapeutico, utile nel trattamento delle esperienze negative e traumatiche.
La tecnica si basa su due principi fondamentali:
1. l’elaborazione emotiva delle esperienze traumatiche;
2. la desensibilizzazione dell’emozione negativa.
Il paziente, attraverso il movimento bilaterale degli occhi, elabora, in modo costruttivo, tutte le informazioni rimaste congelate nel cervello, creando nuove connessioni neuronali, più funzionali e soprattutto più utili.
Attraverso la connessione bilaterale degli emisferi, il paziente rielabora i pensieri traumatici, secondo 4 livelli:
L’unica difficoltà nel trattamento non è quella di mettere in atto la tecnica, ma nel far recuperare al paziente i propri ricordi, a partire dalla prima infanzia.
Diversamente da altri trattamenti, la terapia EMDR ha lo scopo di cambiare il modo in cui il ricordo viene immagazzinato nella rete neuronale, eliminando definitivamente i sintomi problematici.
Grazie all’EMDR, il ricordo NON viene eliminato, bensì elaborato in modo corretto.
La terapia è molto consigliata a tutti quei pazienti che hanno vissuto eventi traumatici o situazioni di forte stress emotivo.
Le informazioni che vengono immagazzinate in modo disfunzionale, non potendo essere elaborate, possono provocare patologie serie, come ad esempio il disturbo da stress post traumatico (PTSD), la depressione, gli attacchi di panico, etc.
Oggi, l’EMDR può essere ampiamente utilizzato anche per trattare situazioni di stress dovute ad un divorzio, ad un fallimento lavorativo, ad un disturbo alimentare, etc.
Solitamente, NO!
Ad oggi, il trattamento non ha dimostrato particolari effetti collaterali.
A volte il paziente può scoppiare in un pianto convulsivo durante la seduta, oppure cadere in uno stato di profonda stanchezza fisico-mentale subito dopo, molto dipende da come il soggetto rivive il carico emotivo legato al ricordo da elaborare.
Se l’elaborazione dei pensieri e degli stati emotivi non viene completata durante la seduta, è possibile che il paziente, nelle successive 48 ore, possa avvertire una situazione di disagio e di malessere, risolvibile nell’arco di qualche giorno.
Si tratta di una terapia efficace, che permette di ottenere risultati tangibili, già dopo le prime sedute.
Ognuno di noi possiede la facoltà di autoguarigione, la cosa importante è indirizzare questo strumento verso la direzione giusta.
Dr.ssa Luciana Del Grosso
Psicologa Psicoterapeuta a Macerata