La genitorialità è un concetto complesso, che abbraccia più aspetti, come ad esempio: il rapporto di coppia, il rapporto con i figli, la gestione familiare, la gestione della casa, le modalità di relazione, ecc.
Tutti questi aspetti determinano la complessità dell’argomento.
Sicuramente, possiamo dire con certezza che la genitorialità non può essere confinata al singolo concetto di procreazione, in essa sono presenti anche i cambiamenti personali e relazionali dei due partners.
Non c’è nessuna regola che dice come essere genitori.
Non si è genitori sempre allo stesso modo, esistono impegni diversi, modalità comunicative differenti.
Il bravo genitore deve avere una grande capacità: quella di “rivisitare”, costantemente, il proprio stile educativo, in base ai cambiamenti e alle difficoltà della vita.
La nascita del primo figlio segna il reale passaggio dall’essere coppia all’essere genitore e componente familiare. Da due si passa a tre e via dicendo.
Sarà la riuscita o il fallimento di questo passaggio a condizionare l’evoluzione del ruolo di genitore.
I compiti principali che devono assolvere i neogenitori sono:
Nelle famiglie problematiche, il sostegno alla genitorialità viene offerto dalle strutture pubbliche, come ad esempio dall’ASL, dai Consultori, etc., oppure da strutture private.
Gli interventi alla genitorialità permettono di promuovere le risorse possedute dai singoli componenti della famiglia possiede. Spesso molte persone non ne sono consapevoli, a causa del momento stressante che stanno vivendo.
Esistono diverse forme di prevenzione:
Tutti questi interventi favoriscono una maggiore capacità espressiva ed organizzativa dei singoli genitori. Il percorso è tutto incentrato sulle esigenze e sui diritti dei figli.
Seguire un buon percorso terapeutico, con un bravo psicologo, aiuta entrambi i genitori a prendere consapevolezza delle proprie capacità.
A volte, i genitori non sanno quali sono gli strumenti che possiedono: il sostegno psicologico, in questi casi, aiuta entrambi a prendere consapevolezza del proprio ruolo, in modo da arrivare ad un atteggiamento emotivo più positivo e soprattutto costruttivo, sia per il genitore che per il bambino.
Gli obiettivi dello Psicologo sono:
Davanti a tutto ciò, lo Psicologo assume un ruolo non giudicante. Il genitore non viene invaso da consigli su cosa sia giusto o sbagliato fare. L’obiettivo dello Psicologo è quello di far sì che il genitore arrivi, da solo, alla giusta conclusione.
Nessun genitore sbaglia realmente, se pensiamo che ogni sua azione è mossa dall’amore. Ciò che è sbagliato, il più delle volte, è la prospettiva secondo cui il genitore affronta le difficoltà.
Ogni genitore, prima di essere tale, è una persona, con le proprie difficoltà e le proprie mancanze.
In quest’ottica, diventa costruttivo accompagnare il genitore a prendere consapevolezza di come funziona la sua relazione con il figlio, in modo da poter rinforzare gli aspetti positivi e modificare quelli negativi.
Diventare consapevoli dell’esistenza di alcuni schemi comportamentali, è la chiave di svolta per promuovere i giusti cambiamenti.
Dr.ssa Luciana Del Grosso
Psicologa Psicoterapeuta a Macerata