Siamo sicuri di questa affermazione? Siamo certi che i bambini non capiscano i problemi degli adulti?
Forse, queste sono solo delle convinzioni sbagliate degli adulti, che non permettono di attivare adeguati meccanismi protettivi o di aiuto, nei confronti dei più piccoli.
Difatti, se analizziamo l’espressione “violenza assistita”, notiamo che indirettamente il bambino assiste e quindi subisce una violenza, ma purtroppo i genitori, il più delle volte, non se ne rendono conto, perché sono troppo coinvolti dal punto di vista emotivo.
La violenza assistita è quella forma di maltrattamento, alla quale i bambini assistono all’interno della propria famiglia.
Affrontare questo tipo di violenza, vuol dire far emergere, nei genitori, dei forti sensi di colpa, per aver provocato un danno ed una sofferenza ai propri figli. Spesso, però, non è facile accettare una considerazione del genere.
La maggior parte delle coppie si separa in seguito a delle continue ed estenuanti discussioni, a gravi problemi legali, a denunce per violenze nei confronti del partner e dei figli.
A volte non ce ne rendiamo conto, ma sono veramente tanti i danni prodotti sui figli dai litigi dei genitori, che possono essere più o meno violenti.
La testimonianza dei minori, davanti a questi episodi di violenza, può assumere varie forme.
I più piccoli, anche se non sono presenti, fisicamente, nel singolo momento dello schiaffo, percepiscono fortemente “ciò” che accade intorno a loro, perché sono più sensibili alle emozioni e alle sofferenze, rispetto agli adulti.
Sanno ascoltare le paure dei più grandi, sanno percepire le tensioni di una madre minacciata, sanno riconoscere i segni fisici di una così brutale violenza.
In realtà, si ha violenza anche quando si discute con l’altro coniuge, ad esempio, per la suddivisione dei beni o per la condotta dei figli a scuola.
Solo che in questi casi, il concetto di violenza è più velato, rispetto agli scontri fisici.
Iniziamo con il dire che i bambini che vivono situazioni di violenza domestica, sono più a rischio di abusi fisici e sessuali.
Il più delle volte, i genitori sminuiscono ciò che avviene durante le discussioni, non rendendosi conto del male che stanno provocando ai propri figli in quell’istante e nel futuro prossimo.
Per i più piccoli, essere testimoni di una violenza nei confronti di un genitore è un evento doloroso e traumatico, che genera in loro un forte senso di impotenza e di straniamento.
Sperimentare, costantemente, questo senso d’impotenza, riduce notevolmente le capacità del bambino di fronteggiare una determinata situazione.
Il piccolo, a lungo andare, si sentirà sempre più fallito e frustrato.
È stato, anche, dimostrato che assistere alla violenza cronica fra genitori può generare, nei piccoli, un disturbo post traumatico da stress.
Spesso i bambini, testimoni o vittime di una violenza domestica, mostrano grande preoccupazione ed ansia.
Alcuni adottano “comportamenti adultizzati” di protezione, nei confronti del genitore che subisce la violenza dei fratelli maggiormente in pericolo.
In questi casi, il bambino adotta una visione bipolare: da una parte vede il genitore pericoloso e carnefice, mentre dall’altra vede il genitore impotente e vittima.
Con il tempo questa visione porterà il bambino ad elaborare pensieri ossessivi per trovare una strategia efficace in grado di placare la rabbia dei genitori.
Il legame d’attaccamento tra il bambino ed il genitore, viene fortemente compromesso, così anche l’alimentazione, lo sviluppo del linguaggio, ecc. Questi bimbi hanno un senso di autostima molto basso.
Durante l’adolescenza, invece, i ragazzi che sono vittima di una violenza assistita, tendono il più delle volte a sviluppare sintomi depressivi e, in casi gravi, anche suicidari.
In futuro, se non adeguatamente protetti, rischiano di sviluppare anche seri disturbi psichiatrici.
La parola d’ordine è sicuramente: prevenire la violenza.
Come primo passaggio, è determinante fermare l’atto di violenza, tutelare i più piccoli, potenziare la loro resilienza e contattare un bravo psicologo, in grado di capire la situazione familiare ed essere di supporto al momento di disagio.
Per il bene di tutti, è determinante interrompere la spirale di violenza! Apparentemente potrebbe sembrare una soluzione scontata, ma non lo è.
Purtroppo, in diverse famiglie la violenza domestica è ormai diventata cronicizzata; gli stessi psicologi, esperti del settore, fanno fatica, a volte, a capire la reale gravità dei danni prodotti sui bambini.
Non si deve intervenire solo quando la violenza raggiunge i livelli più estremi (omicidio).
La strategia giusta, per arrestare del tutto questi atti brutali, è rendere più consapevoli i genitori dei danni che la violenza assistita può creare, sia sugli adulti che sui bambini.
Solo così si possono tutelare le piccole vittime!
I bambini devono essere aiutati ad elaborare correttamente l’accaduto, per evitare che acquisiscano modelli interni sbagliati e stereotipati, che possono danneggiare la qualità della loro vita.
Non dimentichiamo che le conseguenze della violenza assistita possono seriamente compromettere lo sviluppo psicoaffettivo del bambino: quindi è fondamentale dare protezione e sicurezza al piccolo, considerando attentamente i suoi bisogni e garantendogli il giusto benessere e la piena serenità.
Dr.ssa Luciana Del Grosso
Psicologa Psicoterapeuta a Macerata